mercoledì 27 gennaio 2016

La faccenda delle statue coperte, dall’inizio

Come si è arrivati alla criticata decisione di coprire le statue di nudi dei Musei Capitolini durante la storica visita del presidente iraniano Rouhani

Statue coperte ai Musei Capitolini in occasione della visita di Hassan Rouhani a Roma, 25 gennaio 2016 (ANSA/GIUSEPPE LAMI)

Da un paio di giorni i giornali italiani si stanno occupando della storica visita a Roma del presidente dell’Iran, Hassan Rouhani, la prima in un paese europeo da quando è diventato presidente. Oltre a raccontare l’esito dell’incontro con il presidente del Consiglio Matteo Renzi (lunedì) e con il Papa (martedì), diversi giornalisti hanno lungamente scritto della polemica sulle statue di nudi dei Musei capitolini, che sono state coperte per il passaggio di Rouhani in Campidoglio, dove si è tenuto l’incontro con Renzi. L’Iran è infatti una Repubblica islamica con regole molto rigide su diverse questioni, tra cui la rappresentazione di nudi. In diversi si sono detti “indignati” della scelta di coprire le statue, e non solo per la “mancata reciprocità” (le ministre occidentali devono coprirsi il capo col velo quando visitano l’Iran): Michele Serra ha scritto su Repubblica che coprire le statue ha significato «occultare noi stessi», riferendosi alla cultura e alla storia italiane, e ha aggiunto che «l’Islam, o almeno sue parti non trascurabili, no, non sa gestire l’offesa».

Il ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini, ha definito la decisione di coprire le statue “incomprensibile” e ha aggiunto che né lui né Renzi erano stati informati della scelta. Rouhani ha smentito che ci fossero stati contatti precedenti o richieste particolari da parte del governo iraniano.


La notizia è stata ripresa anche da alcuni giornali internazionali – il Guardian, BBC e Le Monde per esempio – i quali hanno scritto che l’Italia ha deciso di coprire le statue per “non offendere” Rouhani. Anche alcuni esponenti politici italiani hanno condannato la decisione: Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, ha detto che «Renzi accoglie con tutti gli onori il presidente dell’Iran, lo stesso “signore” che vorrebbe cancellare Israele dalla faccia della terra» (sarebbe più corretto comunque fare le dovute distinzioni tra Rouhani e il suo predecessore Ahmadinejad: come scrive oggi su Repubblica Roberto Toscano, ex ambasciatore italiano a Teheran, le politiche di Rouhani nei confronti della comunità ebraica in Iran sono state commentate positivamente anche da alcuni giornali israeliani); Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, ha parlato di «indecente sudditanza culturale di Renzi», mentre Sinistra Ecologia Libertà ha pubblicato una petizione su Change.org per chiedere a Renzi «spiegazioni immediate ed ufficiali su una scelta che consideriamo una vergogna e una mortificazione per l’arte e la cultura intese come concetti universali».

Giovanna Vitale ha raccontato su Repubblica alcuni dettagli sulla decisione riguardante le statue. Anzitutto – e questo non è un retroscena – l’accoglienza di capi di stato e di governo stranieri che incontrano il presidente del Consiglio italiano non è organizzata direttamente dal governo, ma dall’Ufficio del Cerimoniale di Stato e per le onoreficenze. L’ufficio del cerimoniale fa capo alla presidenza del Consiglio ma si muove in modo autonomo, salvo che dal governo non arrivino direttive precise o straordinarie rispetto alla prassi. Vitale scrive che la decisione di coprire le statue è stata frutto di un «blitz del Cerimoniale di stato a poche ore dell’evento», un «eccesso di zelo che tuttavia non è piaciuto a Palazzo Chigi», vista la successiva polemica che ne è nata. Un episodio simile si era verificato già tre mesi fa, scrive Vitale, durante la visita a Firenze dello sceicco Mohammed Bin Zayed al Nahyan, principe ereditario degli Emirati Arabi Uniti: il Cerimoniale italiano decise in quell’occasione di coprire un nudo di Jeff Koons con un paravento di carta decorata con dei gigli.

In diversi pensano che la decisione di coprire le statue sia nata proprio da un “eccesso di zelo” per non creare imbarazzi durante l’incontro. Si tratta comunque di una cosa diversa rispetto all’obbligo per le donne straniere a coprirsi la testa quando sono in visita in Iran, che è per l’appunto un obbligo (è previsto dalla legge iraniana: una donna non può stare in un luogo pubblico con la testa scoperta, e vale anche per le donne non musulmane), e per questo ha poco senso parlare di “mancata reciprocità”. Non è chiaro invece se sulla decisione abbia contribuito anche un’eventuale pressione da parte dell’ambasciata iraniana a Roma, anche se è plausibile pensare che Rouhani non sarebbe stato contento di farsi fotografare accanto a delle statue di nudi (peraltro in Iran il 26 febbraio si terranno delle importanti elezioni e diversi candidati che fanno riferimento al campo dei riformisti e moderati – come Rouhani – sono già stati squalificati a vantaggio dei più conservatori). In conferenza stampa a Roma, Rouhani ha detto che la storia delle statue coperte «è una questione giornalistica. Non ci sono stati contatti a questo proposito. Posso dire solo che gli italiani sono molto ospitali, cercando di fare di tutto per mettere a proprio agio gli ospiti, e li ringrazio per questo».

L’incontro a Roma tra Rouhani e Renzi è stato molto importante per la conclusione di alcuni accordi economici, di nuovo possibili dopo la rimozione delle sanzioni legate al nucleare iraniano. Italia e Iran hanno firmato 13 memorandum per un valore di contratti pari a circa 17 miliardi di euro. Dell’interesse delle aziende italiane per il mercato iraniano si parla da tempo, e anche prima della rimozione delle sanzioni l’Italia era uno dei paesi europei più coinvolti nell’economia iraniana. A conclusione dell’incontro Renzi ha parlato anche dell’importanza che il governo iraniano partecipi ai colloqui internazionali per la risoluzione delle crisi che stanno coinvolgendo diversi paesi del Medio Oriente e che hanno delle ripercussioni anche sulla sicurezza italiana (per esempio lo Stato Islamico e il terrorismo). Rouhani ha anche scritto su Twitter che nei prossimi mesi Renzi visiterà l’Iran per rafforzare i rapporti economici tra i due paesi.

Fonte: Il Post

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