sabato 9 gennaio 2016

Cosa sappiamo della cattura del narcotrafficante messicano El Chapo

Il narcotrafficante Joaquín “El Chapo” Guzmán, 61 anni, scortato dai soldati a Città del Messico.

Joaquín “El Chapo” Guzmán, potente narcotrafficante e capo del cartello Sinaloa, è stato catturato l’8 gennaio in Messico. Ecco cosa sappiamo finora della vicenda:

  • El Chapo è stato catturato nel corso di un blitz nelle prime ore del giorno. Era nascosto in un hotel nella città di Los Mochis, nello stato di Sinaloa. Durante l’operazione c’è stata una sparatoria con l’esercito messicano, nella quale sono morte cinque persone e un soldato è rimasto ferito.
  • I soldati l’hanno portato a Città del Messico, dove è stato fotografato e ripreso dalle telecamere, e poi caricato su un elicottero che l’ha condotto al carcere di massima sicurezza di Altiplano, dal quale era evaso l’11 luglio.



  • El Chapo è stato rintracciato anche perché aveva cercato di contattare alcuni attori e produttori per convincerli a girare un film biografico sulla sua vita. L’ha dichiarato la procuratrice generale messicana, Arely Gómez González.
  • A luglio l’evasione di Guzmán, la seconda da un carcere di massima sicurezza in 15 anni, aveva fatto scalpore e aveva messo in imbarazzo il governo di Enrique Peña Nieto. Il narcotrafficante era scappato scavando un buco nel pavimento della doccia all’interno della sua cella e uscendo attraverso un tunnel sotterraneo. Nel tunnel c’era una motocicletta modificata per muoversi su una rotaia, probabilmente usata da El Chapo per la fuga.
  • Alcuni funzionari del carcere sono stati accusati di essere complici della sua evasione e sono stati arrestati. Il governo messicano aveva offerto 60 milioni di pesos, circa 3,5 milioni di euro, per la sua cattura.
  • Gli Stati Uniti hanno già chiesto l’estradizione di El Chapo, ma le autorità messicane non hanno ancora dato una risposta ufficiale sulla questione. Anche se decidessero di concederla, non si tratterebbe di una procedure veloce, scrive l’Associated press.

Fonte: Internazionale

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