venerdì 29 dicembre 2017

Si vota il 4 marzo

Sergio Mattarella ha sciolto le camere: la XVII legislatura è finita, ora inizia formalmente la campagna elettorale

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (PATRICIA DE MELO MOREIRA/AFP/Getty Images)

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto per lo scioglimento delle Camere, che formalmente mette fine alla XVII legislatura. Il presidente ha sciolto il Parlamento dopo essersi consultato al palazzo del Quirinale con il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e successivamente con la presidente della Camera, Laura Boldrini, e il presidente del Senato, Pietro Grasso. Nella successiva seduta del Consiglio dei ministri organizzata a Palazzo Chigi, il governo ha deciso la data delle elezioni per il nuovo Parlamento: il prossimo 4 marzo 2018. I passaggi formali di oggi sanciscono l’avvio della campagna elettorale, mentre il governo rimarrà comunque in carica per il cosiddetto “disbrigo degli affari correnti”.

L’ultima giornata della legislatura era iniziata ieri mattina con la tradizionale conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio, organizzata dall’Ordine dei Giornalisti. Gentiloni ha rivendicato il lavoro svolto nel suo anno di governo, soprattutto sul tema dei diritti civili con l’approvazione della legge sul testamento biologico, ma ammettendo comunque il lavoro “incompiuto” per quanto riguarda lo ius soli, che il Parlamento non ha approvato. Gentiloni ha detto che in questo anno si è dimostrato “che c’è una sinistra di governo al servizio del paese” e ha poi spiegato che farà campagna elettorale per il Partito Democratico, di cui fa da sempre parte.

Lo scioglimento delle Camere
L’articolo 60 della Costituzione prevede che, in condizioni normali, le Camere restino in carica per 5 anni, periodo comunemente detto “legislatura”:


La Camera dei deputati e il Senato della Repubblica sono eletti per cinque anni. La durata di ciascuna Camera non può essere prorogata se non per legge e soltanto in caso di guerra.


L’articolo 61 dice inoltre che “le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro 70 giorni dalla fine delle precedenti”.

L’articolo 87 stabilisce, tra le altre cose, che il presidente della Repubblica “indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione”. Quello seguente che il presidente ha anche la facoltà di “sciogliere le Camere o anche una sola di esse”, sentiti i loro rispettivi presidenti.

Quindi, ricapitolando, una legislatura in condizioni normali dura 5 anni, al termine dei quali il presidente della Repubblica deve sciogliere le Camere, in modo che entro 70 giorni siano eletti i nuovi deputati e senatori per la legislatura successiva. Nel periodo di transizione tra una legislatura e l’altra, il Parlamento uscente mantiene comunque i propri poteri.

Cosa succede adesso
La legislatura appena finita è stata la XVII della Repubblica: era iniziata a metà marzo del 2013, ed è quindi durata quasi 5 anni, per fare i precisi 1.749 giorni. Nel corso della legislatura ci sono stati tre governi: Letta 2013 – 2014, Renzi 2014 – 2016, e Gentiloni iniziato circa un anno fa e ancora in carica.

Come abbiamo visto, dal momento in cui vengono sciolte le Camere, le elezioni politiche devono tenersi al massimo entro 70 giorni. Per questo motivo, e considerato che la giornata elettorale si tiene sempre di domenica (prolungandosi talvolta il lunedì), è stato scelto il prossimo 4 marzo.

Fonte: Il Post

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