In trent’anni sono stati condannati due manovali neo-fascisti Francesca Mambro e Giusva Fioravanti ma non conosciamo ancora i mandanti e i complici che lavorarono a un gigantesco depistaggio che non è ancora finito. La colpa delle classi dirigenti del tempo e degli apparati dello Stato vicini ai neofascisti è enorme. Ed è significativo che il governo Berlusconi non sia presente alla commemorazione, né lo siano il presidente del Consiglio né il ministro della Giustizia Alfano. Hanno paura dei fischi e delle contestazioni della gente di Bologna. Una classe politica di governo che non ha neppure il coraggio di affrontare l’opinione pubblica è lo specchio purtroppo di quest’Italia senza memoria che, due anni fa, ha dato la maggioranza dei voti al populismo autoritario di Berlusconi.
E’ arrivato il momento di voltare pagina e comporre il contrasto aperto in Italia da più di un cinquantennio tra la società politica e la società civile sulla verità della nostra storia, sulla punizione dei responsabili delle stragi e dei servitori dello Stato infedeli. Perciò tanti di noi continuano, nonostante tutto, a far politica e a battersi per sostituire una classe dirigente indecente e costruire un’Italia democratica fedele alla costituzione e alle leggi. Ci riusciremo. Ma è necessario che gli italiani si sveglino e lottino per mandare a casa chi non è all’altezza della crisi politica e morale, oltre che economica, che attanaglia l’Italia.
Negli ultimi mesi ho ripercorso, per un libro che uscirà nei prossimi mesi, il filo rosso che ha percorso la storia repubblicana e ho dovuto verificare che troppe stragi sono ancora impunite, che sui terrorismi sappiamo ancora troppo poco, che le vittime di piazza Fontana, dell’Italicus, del rapido 904, di piazza della Loggia a Brescia, di Ustica, della stazione di Bologna gridano nelle nostre orecchie che è necessaria la verità per andare avanti. Che bisogna togliere, davvero, dopo trent’anni il segreto di Stato. Altrimenti non potremo guardarci negli occhi e parlare ai nostri figli e nipoti, non riusciremo a difendere la nostra democrazia repubblicana.
La strage di Bologna parla così alla nostra memoria e noi dobbiamo ricordarlo se crediamo alla nostra costituzione e agli uomini e donne migliori della repubblica.
Fonte: Articolo 21
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