L'Intercontinental Hotel di Kabul, dopo la fine dell'attacco avvenuto tra il 20 e il 21 gennaio 2018 (AP Photo/Rahmat Gul)
Nella notte tra il 20 e il 21 gennaio l’Intercontinental Hotel di Kabul, il più grande albergo della città, dove solitamente alloggiano funzionari governativi, è stato attaccato da un gruppo di uomini armati che per circa dodici ore hanno tenuto prigionieri gli ospiti: sei civili – tra cui una donna straniera – e tre attentatori sono morti e sette persone sono state ferite. Oltre 150 persone, 41 delle quali straniere, sono state tenute in ostaggio fino a quando l’esercito afghano non ha fermato gli autori dell’attacco ed evacuato l’hotel. L’attacco è stato rivendicato dai talebani. Nei giorni scorsi l’ambasciata statunitense di Kabul aveva diffuso un avviso secondo cui era possibile che alcuni gruppi armati stessero pianificando degli attacchi contro gli hotel della città e altri luoghi frequentati da stranieri.
Secondo i racconti dei testimoni, all’arrivo degli attentatori – le 21 ora locale – la maggior parte degli ospiti dell’hotel si trovava a cena. Alcune testimonianze dicono che gli autori dell’attacco sono entrati passando per una porta delle cucine: vedendo il gruppo armato (con armi da fuoco e granate) tutti si sono spaventati e molti si sono nascosti nelle proprie stanze, sotto i letti o nei bagni. Alcune persone hanno anche cercato di uscire dall’hotel usando delle lenzuola per calarsi da un balcone all’ultimo piano. Le forze speciali dell’esercito afghano sono entrate nell’hotel dopo essere arrivate sul tetto dell’edificio trasportate da elicotteri, e le immagini dell’hotel trasmesse dalla TV afghana hanno mostrato una grossa colonna di fumo nero proveniente da alcuni incendi interni.
L’Intercontinental di Kabul, che non fa parte dell’omonima catena internazionale ed è di proprietà dello stato afghano, si trova sul fianco di una collina che sovrasta la capitale e ha 200 camere. È molto sorvegliato, dato che solitamente ospita funzionari del governo e stranieri che vivono in città. La scorsa notte ad esempio si trovavano all’interno della struttura molti funzionari del ministero delle Telecomunicazioni, perché in programma per oggi c’era un convegno di tecnologia informatica. Non è la prima volta che l’hotel subisce un attacco: era già successo nel 2011, quando una notte un gruppo di miliziani talebani aveva assaltato l’hotel per poi scontrarsi con l’esercito. In quell’occasione erano morti almeno 10 civili.
Il ministero dell’Interno afghano ha annunciato che ci sarà un’indagine per stabilire come sia stato possibile per gli attentatori entrare nell’hotel, nonostante i sistemi di sicurezza. Solo due settimane fa la sorveglianza della struttura era stata appaltata a un’azienda privata.
Negli ultimi mesi ci sono stati numerosi gravi attacchi terroristici a Kabul, cosa che ha messo in dubbio le capacità del governo di gestire la situazione. L’ultimo era stato alla fine di dicembre, quando nei pressi della redazione di un’agenzia stampa e di un centro culturale musulmano di dottrina sciita c’era stato un attentato suicida in cui erano morte 41 persone. Questo attacco e molti altri sono stati rivendicati dalla branca afghana dello Stato Islamico (o ISIS); altri sono stati attribuiti al gruppo estremista “Rete Haqqani”, formato da una fazione di talebani che hanno base in Pakistan. Un’altra quarantina di persone era morta a ottobre in un attacco dell’ISIS a una moschea sciita.
Fonte: Il Post
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