Il tribunale di Roma ha condannato Massimo Carminati a 20 anni di reclusione e Salvatore Buzzi a 19 anni
Il 20 luglio il tribunale di Roma ha emesso le sentenze di primo grado per gli imputati del processo su Mafia Capitale: Massimo Carminati 20 anni; Salvatore Buzzi 19 anni; Riccardo Brugia, 11 anni; Luca Gramazio, 11 anni; Franco Panzironi 10 anni;Luca Odevaine, 6 anni e 6 mesi; Mirko Coratti, 6 anni.
Nello specifico, per i giudici del tribunale di Roma, riunitisi per la sentenza nell’aula bunker del carcere di Rebibbia, non è stata considerata valida l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso sostenuta dai pm, fatto che ha portato a condanne più basse di quelle proposte inizialmente.
Il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, insieme al procuratore aggiunto Paolo Ielo e ai sostituti Luca Tescaroli e Giuseppe Cascini, hanno ritenuto di aver individuato in Buzzi e Carminati i personaggi più influenti di un presunto clan che poteva contare su numerose altre figure e che poteva disporre dei favori di alcuni politici locali.
Massimo Carminati, nato a Milano nel 1958, negli anni di piombo si avvicinò all’organizzazione terrorista di estrema destra dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR) ed ebbe legami con la Banda della Magliana. Per questi fatti è stato condannato in tutto a oltre 11 anni di carcere.
Salvatore Buzzi, nato a Roma nel 1955, venne condannato a 30 anni nel 1980 per aver ucciso un suo collega di banca con cui organizzava alcuni furti. In prigione, Buzzi si laureò, fu considerato un detenuto modello e nel 1985 fondò la cooperativa 29 giugno, che si occupa di dare lavoro a detenuti. Nel 1994, il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro gli concesse la grazia.
La possibile esistenza di un organizzazione criminale nota con il nome Mafia Capitale è emersa con l’operazione degli inquirenti Mondo di mezzo ed è divenuta nota il 3 dicembre 2014, quando Buzzi, Carminati e decine di altre persone tra cui l’ex capo di gabinetto del comune di Roma Luca Odevaine, l’ex amministratore dell’Ama Franco Panzironi e l’ex ad di Eur spa Riccardo Mancini.
Una seconda ondata di arresti nell’ambito dell’inchiesta arrivò nel giugno 2015, quando altre 44 persone finirono in manette, tra cui diversi esponenti politici locali.
Secondo gli inquirenti, tra queste persone sarebbe esistito un sodalizio criminale attivo in vari settori, ottenendo soldi pubblici con l’assistenza ai migranti ed ottenendo appalti e finanziamenti grazie alle persone a loro vicine nelle istituzioni, talvolta senza sapere di essere usate dai membri dell’organizzazione.
I pm hanno chiesto, alla fine del processo, una condanna a 28 anni di carcere per Massimo Carminati e di 26 anni e 8 mesi per Salvatore Buzzi. Oltre a loro due, sono stati richiesti 25 anni e 10 mesi per Riccardo Bruggia, 22 per Fabrizio Testa, 21 per Franco Panzironi e 19 e 6 mesi per Luca Gramazio.
Fonte: The Post Internazionale
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