martedì 25 ottobre 2016

Lo sgombero di Calais continua

Il primo giorno è stato tranquillo, ma dal grande campo profughi ufficioso francese sono stati trasferiti meno migranti di quanto previsto

Migranti in coda per venire registrati dalle autorità prima di lasciare il campo di Calais, 25 ottobre 2016 (AP Photo/Matt Dunham)

È cominciato il secondo giorno dello sgombero del campo per migranti di Calais, in Francia, chiamato “la giungla”. Lunedì non ci sono stati particolari problemi (le operazioni si sono svolte “nella calma”, ha detto il ministro degli Interni, Bernard Cazeneuve) ma le cose sono andate piuttosto a rilento. Il campo di Calais, che non è organizzato o appoggiato dal governo francese, esiste in varie forme dalla fine degli anni Novanta ed era già stato parzialmente sgomberato tra febbraio e marzo 2016. Nel campo si trovavano 6.400 migranti, la maggior parte dei quali in cerca di un passaggio per arrivare nel Regno Unito.

L’obiettivo era far sì che nel primo giorno circa 2.400 persone (tra uomini, donne e bambini) lasciassero il campo e su 60 autobus ripartissero per varie zone di tutta la Francia, a eccezione della Corsica. In realtà lo sgombero ha riguardato, secondo i dati del ministero degli Interni, 1.918 migranti su 45 autobus: la scorsa notte oltre 4.500 persone, secondo le stime più basse, hanno dormito nel campo. L’operazione di sgombero dovrebbe teoricamente essere completata giovedì, ma potrebbero esserci dei ritardi.

A 300 metri dalla cosiddetta “giungla” il governo ha aperto un capannone di circa 3 mila metri quadrati dove i migranti, già un’ora prima della sua apertura, si sono presentati volontariamente e hanno avuto una serie di informazioni dai funzionari dell’Ufficio francese per l’immigrazione e l’integrazione. Nel capannone sono stati divisi in quattro gruppi, in base alla loro situazione (minorenni non accompagnati, adulti soli, famiglie e persone vulnerabili) e hanno potuto scegliere tra due destinazioni mostrate loro sulla cartina. In base alla loro scelta hanno ricevuto un braccialetto colorato. Dopodiché sono stati spostati verso alcune tende dello stesso colore del loro braccialetto. Ogni tenda corrispondeva a una certa destinazione e a un autobus. La stessa procedura sarà seguita oggi.

Ieri i migranti in fila hanno atteso diverse ore fuori dal capannone: in tarda mattinata, alcuni piccoli gruppi hanno cercato di superare la fila costringendo la polizia antisommossa a riorganizzare le barriere. A un certo punto, scrive Le Monde che ha seguito la giornata con un liveblog, si è diffusa la voce che non c’erano autobus e un centinaio di persone ha cominciato a correre con i bagagli in mano in una strada vicina come se avessero trovato un metodo più veloce per partire. A metà giornata la situazione ha cominciato a regolarizzarsi. Oltre ai 1918 migranti che hanno lasciato il campo, 400 minori non accompagnati sono stati trasferiti in un centro di accoglienza temporaneo della zona in attesa di novità sul loro specifico caso.

In fila c’erano soprattutto uomini, pochissime donne e pochissime famiglie che sono rimaste invece in un ex centro ricreativo adibito a rifugio: molte di queste donne, scrive Le Monde, sembravano essere poco informate dei loro diritti e facevano domande ai giornalisti chiedendo per esempio se le donne incinte potessero partire per il Regno Unito.

Fonte: Il Post

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