Per cinque sere alla settimana , dal lunedì al venerdì, il direttore del Foglio commenterà i fatti del giorno subito dopo il Tg1 di Augusto Minzolini e prima dei seguitissimi quiz di prima serata per le famiglie. Il tutto senza interruzioni pubblicitarie.
Uno spazio di tutto rispetto per il vulcanico conduttore, che partirà tra due settimane e andrà avanti fino al marzo 2013 quando, in assenza di sorprese e ribaltoni, ci ritroverà in piena campagna elettorale. E' inoltre prevista una opzione di rinnovo contrattuale per il terzo anno.
Il ritorno di Ferrara con Radio Londra, questo il nome del programma, che intende ricalcare le orme lasciate da "Il fatto" di Enzo Biagi, ha sollevato roventi polemiche. Nel comportamento dei vertici di viale Mazzini ha sorpreso la incredibile rapidità con cui, un azienda solitamente molto lenta e iperburocratica, abbia raggiunto e deciso in pochissimo tempo non solo l'accordo con Ferrara ma che in un lampo siano già pronte scenografie, studi e palinsesti.
Tutto questo in un azienda che da tempo piange miseria e opera tagli, ignorati per il ritorno in Rai di Ferrara. Un personaggio che non sembra certo in linea con il tanto decantato equilibrio, accompagnato dal consueto e ormai insopportabile monito ad "abbassare i toni".
E' facile restare sorpresi confrontando l'improvviso decisionismo dei vertici Rai, e del direttore generale Mauro Masi che si è esposto in prima persona per riportare l'istrionico Giuliano al servizio pubblico televisivo, ai ritardi che caratterizzano i contratti del vignettista Vauro Senesi e di Marco Travaglio. Per non parlare poi di Lucia Annunziata, che da sei mesi è in attesa di una definizione contrattuale per sei puntate di un suo programma di approfondimento settimanale.
Il decisionismo di Masi, che qualcuno già vede come candidato per un posto di rilievo in un altro ente pubblico, si inserisce in una fase in cui è evidente un piano restauratore filogovernativo sull'informazione, caratterizzato da continui e anche fantasiosi attacchi a talk show di successo come Anno Zero, Ballarò e Parla con me. Programmi che vedono i loro conduttori (ed anche i loro ospiti)e nel mirino delle autorities governative.
L'ultima chicca è stata la curiosa proposta, avanzata dal centrodestra, di alternare i conduttori in nome di un maggiore equilibrio e democrazia, o quella di evitare i temi politici nei confronti. Questo mentre il trio Sgarbi, Baudo e Vespa (fresco di un feroce battibecco con Fini) si prepara ad avere un ruolo di primo piano nelle trasmissioni legate al centocinquantenario d'Italia.
Per concludere siamo certi che i monologhi del Ferrara Furioso certamente avranno poco a che vedere con l'equilibrio e la sobrietà di Enzo Biagi o con la raffinata e incisiva verve dell'indimenticabile Andrea Barbato.
Fonte: Nuovasocietà
3 commenti:
Basta essere difensori del Berlusca e si è subito premiati con posti molto remunerativi.....! Tanto pagano i soliti fessi......: gli italiani.......
Haaaaaa!finalmente una persona coerente e non di parte.Pero' mi sorge un dubbio non sara' che qualcuno lo ha raccomandato.Ciao tutti e si salvi chi puo'.
Raccomandato chi.....? e per fare cosa.........!E poi salvarsi da cosa.....?
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