giovedì 20 gennaio 2011

Legalità, don Aniello lascia

Cari amici, dopo lunga riflessione la prossima settimana inizierà per me un anno sabbatico, di riflessione e silenzio nel mio paese natale in provincia di Napoli. Un abbraccio a tutti e chiedo una preghiera». Sono queste le parole con le quali domenica sera don Aniello Manganiello, il parroco trasferito ad ottobre dal Rione Don Guanella di Napoli al Trionfale, quartiere borghese di Roma, ha deciso di rivolgere sattraverso il suo gruppo di facebook agli amici più cari. Un saluto che giunge amaro per coloro che avevano sperato che lui potesse ancora salvare tanti giovani della periferia Nord di Napoli da droga e camorra. Una periferia dove don Aniello è rimasto per sedici anni.

Al Rione Don Guanella il sacerdote ha guidato l’oratorio insieme ai volontari accogliendo ragazzi a rischio. Ma i vertici ecclesiastici hanno deciso comunque di trasferirlo. Ora, alla luce delle ultime dichiarazioni del prete sulla stampa, la notizia del suo periodo di riflessione. Riflessione che durerà un anno e che nasce dai frequenti dissapori del parroco, originario di Faibano di Camposano (Nola) con istituzioni e Curia. «Nella periferia Nord di Napoli c’è ancora tanto da fare», aveva dichiarato a fine dicembre su un quotidiano locale e « i sacerdoti di quelle zone non devono subire in silenzio ». Affermazione che sembrerebbero aver messo in moto la macchina censoria. Le parole del parroco hanno spinto la Chiesa di Napoli ad esprimere, ancora una volta, forti giudizi e non certo per descrivere l’eroe che per molti rappresenta.

«Non posso replicare », aveva detto qualche giorno fa al telefono don Aniello quando gli chiedemmo come mai non era giunta una sua pronta ribattuta. Lui, così combattivo ed energico ogni qualvolta c’era da parlare di Napoli, dei giovani, di Scampìa, adesso tace. Un silenzio che ha il sapore della forzatura. A confermarlo, secondo alcune indiscrezioni da verificare, una missiva invitagli dai suoi Superiori nei giorni scorsi. Poi ecco la decisione di andare in anno sabbatico. Una decisione che lascia, ancora una volta, l’amaro in bocca a chi sta dalla parte della legalità.

Fonte: Terranews

1 commento:

Anonimo ha detto...

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