lunedì 21 giugno 2010

Sfruttamento delle falde, inquinamento dei fiumi. Altre conferme: siamo al “picco dell’acqua”


L’acqua dolce non è una risorsa infinita. Fra sfruttamento delle falde sotterranee e inquinamento dei fiumi non ce ne resta più moltissima.

Stiamo raggiungendo il “picco dell’acqua”, cioè il momenti in cui l’umanità comincerà ad averne a disposizione meno di quella che servirebbe.

Stentate a crederci? In effetti il problema (almeno da noi) non si impone all’evidenza quotidiana. Ma arrivano conferme. Sentite.

Stock & Land, un periodico on line australiano che si occupa di produzione agricola e proprietà fondiarie, ha un’intervista a proposito dell’acqua con Peter Gleick, del famoso Pacific Institute, e con Julian Cribb, autore di “The coming famine”, un libro dedicato alla crisi alimentare di cui già molto si parla anche se uscirà il primo settembre prossimo.

E’ appunto Peter Gleick a parlare dipicco dell’acquain arrivo. Qualcosa di analogo al “picco del petrolio” atteso per i prossimi anni.

Il “picco” si ha quando una risorsa è ormai sfruttata per la maggior parte e la produzione inizia a declinare.

Il “picco dell’acqua”, dice Peter Gleick, è molto più difficile da valutare rispetto a quello del petrolio. Ma è anche più preoccupante. Il nocciolo del suo discorso: in molti Paesi i campi sono irrigati con acqua di falda, estratta dal sottosuolo.

Le falde naturalmente si riempiono di nuovo, certo: ma in migliaia di anni. Molto, molto più lentamente rispetto al tempo che l’uomo impiega per svuotarle. E infatti in alcuni luoghi l’agricoltura è già in crisi proprio per questo motivo.

Julian Cribb aggiunge che l’agricoltura irrigua consuma annualmente 2.500 chilometri cubici di acqua (il 70% dell’acqua usata nel mondo) per produrre il 45% del cibo mondiale.

Le città usano altri 1.300 chilometri cubici di acqua. Ma la popolazione planetaria aumenta e tende sempre più ad inurbarsi. Ci si attende che nel 2050 le città abbiano bisogno di 2.500 chilometri cubici di acqua. Dove la prenderemo?

La Terra è anche detta “il pianeta azzurro“, per via del colore che assume vista dallo spazio: gli oceani ne coprono il 70% circa della superficie. C’è tantissima acqua sulla Terra: ma guardate in questo grafico come è distribuita.

A noi interessa l’acqua dolce effettivamente accessibile ed utilizzabile: una frazione assolutamente minima di quella presente sul pianeta.

Su Stock & Land stiamo raggiungendo il “picco dell’acqua”

“The coming famine” di Julia Cribb, di prossima pubblicazione

Fonte: Blogeko

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