martedì 1 ottobre 2013

I cittadini soli e Silvio Berlusconi

Il rincaro dell’IVA è arrivato. Da oggi gli italiani pagheranno oltre 300 euro in più all’anno per acquistare beni di uso quotidiano, dai prodotti per la colazione al cibo per cani, ai pc e alla tecnologia, senza dimenticare la benzina. Questo avviene nella vita di tutti i giorni. Dall’altro lato, a Palazzo, Silvio Berlusconi tiene di nuovo tutti al lazo. E sebbene abbia affermato che le dimissioni dei suoi ministri sono avvenute contro il governo delle tasse, è chiaro a tutti che il popolo italiano ad oggi è l’ultimo dei suoi problemi. Tanto che – excusatio non petita, accusatio manifesta – su Facebook il Cavaliere ha tenuto a sottolineare come la situazione attuale non sia figlia delle sue beghe personali. E qui a molti, anche nel Pdl, devono essere saltati i nervi.

E’ sempre più evidente, infatti, come la politica – anche il Pd, reo di aver creduto ad una possibile intesa di governo stabile e duratura con un Berlusconi sotto processo, in odore di sentenza – si stia ormai inevitabilmente allontanando, scollando dalla società civile che va avanti per forza di inerzia - tirando i remi in barca, come si suol dire – con una disoccupazione sempre più incancrenita che oggi scopriamo ha superato per la prima volta il 40%, un precariato diffuso e le famiglie sempre più in difficoltà. La chiamano crisi e la colpa viene per lo più - bieco esercizio retorico – addossata alla situazione internazionale, ma tanta colpa di quanto stiamo vivendo sta anche nel disinteresse della politica nazionale, preoccupata da mesi di esaudire i desiderata del Pdl per assicurare al governo un minimo di continuità. Il risultato è lo stallo politico e sociale cui stiamo assistendo.

Il Pdl ha di fatto paralizzato il Paese dopo che Letta era riuscito a far muovere al governo timidi passi verso le riforme. E c’è poco da sbandierare una presunta protesta contro le tasse: un partito davvero responsabile affronta i problemi per risolverli, non si ritira. Berlusconi e i suoi l’hanno fatto, per tacer del calvario dei cittadini.

Fonte: Diritto di critica

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