Credit: Mark Kauzlarich
Il divieto di viaggio negli Stati Uniti per i cittadini di sei paesi arabi, voluto dal presidente statunitense Donald Trump, è entrato parzialmente in vigore la sera di giovedì 29 giugno 2017.
All’inizio della settimana la Corte Suprema statunitense aveva deciso che il provvedimento sarebbe diventato effettivo solamente in parte, in attesa del giudizio di costituzionalità in merito, atteso per il mese di ottobre.
La Corte ha deciso di accettare gran parte dell’ordine, e di permettere l’ingresso nel paese solamente ai cittadini degli stati in questione che dimostreranno di avere una “legittima relazione” con una persona, società o istituzione all’interno degli Stati Uniti.
L’ordine esecutivo sul travel ban (o Muslim ban) era stato emanato all’inizio del mandato di Donald Trump e bloccato successivamente da due tribunali perché ritenuto incostituzionale. Prevede il divieto d’accesso negli Stati Uniti ai cittadini di sei paesi a maggioranza musulmana.
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L’ordine esecutivo non permette l’accesso indiscriminato in suolo americano ai cittadini di Iran, Iraq, Siria, Somalia, Libia e Sudan. Questi paesi hanno in comune di essere tutti a maggioranza musulmana e per questa ragione il provvedimento era stato inizialmente accusato di razzismo.
Tuttavia, il presidente degli Stati Uniti aveva dichiarato che il provvedimento era necessario a prevenire l’ingresso di terroristi negli Stati Uniti.
La Corte Suprema a ottobre dovrà sentenziare se il Muslim Ban viola o meno il primo emendamento della Costituzione statunitense, discriminando le persone su base religiosa.
Fonte: The Post Internazionale
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