Damasco, Siria (AP Photo/Hassan Ammar)
Nella notte tra venerdì e sabato Stati Uniti, Francia e Regno Unito hanno attaccato tre obiettivi militari in Siria, come ritorsione per l’attacco chimico compiuto il 7 aprile a Douma, est di Damasco, dal regime del presidente Bashar al Assad. I bombardamenti aerei di questa notte hanno colpito un sito di ricerca a Damasco, sospettato di essere legato alla produzione di armi chimiche e biologiche, un deposito di armi chimiche a ovest della città di Homs, più a nord, e un’importante postazione militare del regime siriano, sempre vicino a Homs. La televisione siriana ha detto che le forze governative hanno intercettato più di una decina di missili e ha sostenuto che l’unico obiettivo danneggiato nel bombardamento sia stato il sito di ricerca a Damasco. Ha anche detto che tre persone sarebbero state ferite a Homs. I governi di Stati Uniti, Francia e Regno Unito non hanno commentato.
L’attacco, ha confermato il segretario della Difesa americano Jim Mattis, è terminato: non sono previsti altri bombardamenti a meno che Assad non usi di nuovo armi chimiche contro la sua popolazione. Mattis ha detto che l’attacco è stato due volte più grande e ha colpito due obiettivi in più del bombardamento che il presidente americano Donald Trump aveva ordinato lo scorso anno contro una base militare siriana come ritorsione dell’attacco chimico compiuto dal regime di Assad nella provincia di Idlib. Funzionari della Difesa americani hanno detto che nell’attacco sono stati usati missili da crociera Tomahawk, lanciati da almeno tre navi da guerra diverse, e un bombardiere B-1, che ha sganciato missili a lungo raggio sugli obiettivi. Missili a lungo raggio sono stati lanciati anche dagli aerei da guerra francesi e britannici, mentre un sottomarino britannico ha lanciato altri missili da crociera.
Il generale americano Joseph Dunford ha aggiunto che negli attacchi di questa notte si è evitato di colpire obiettivi che avrebbero potuto causare perdite ai russi, alleati di Assad, e anche il governo russo ha confermato che tra gli obiettivi non ci sono state basi militari con soldati russi. È un particolare importante: significa che gli Stati Uniti, in accordo con Francia e Regno Unito, hanno deciso di compiere un attacco mirato e limitato, per evitare di arrivare a uno scontro diretto con la Russia che avrebbe potuto innescare una nuova escalation di violenze in Siria. Il dipartimento della Difesa americano, comunque, ha detto che la Russia non è stata avvisata in anticipo degli obiettivi colpiti.
L’attacco di questa notte è stato annunciato da un discorso di Trump, che nei giorni scorsi aveva minacciato in diverse occasioni il regime di Assad per l’attacco chimico a Douma, nel quale erano state uccise almeno 40 persone. Trump ha detto:
«Un anno fa, Assad ha lanciato un feroce attacco con le armi chimiche contro la sua gente innocente. Gli Stati Uniti hanno risposto con 58 missili che hanno distrutto il 20 per cento delle forze aeree siriane. Lo scorso sabato, il regime di Assad ha colpito di nuovo per massacrare i civili innocenti, impiegando armi chimiche, questa volta nella città di Douma vicino alla capitale Damasco. Questo massacro è stato una significativa escalation nell’uso di armi chimiche da parte di un regime terribile. Il male e l’attacco spregevole hanno lasciato madri, padri, neonati e bambini dibattersi nel dolore e annaspare per respirare. Queste non sono le azioni di un uomo. Sono i crimini di un mostro»
Anche la prima ministra britannica Theresa May ha fatto un breve discorso trasmesso dalla televisione che ha confermato il coinvolgimento britannico: «non c’erano alternative praticabili all’uso della forza», ha detto May, che però ha aggiunto che gli attacchi non sono stati un tentativo di destituire il regime di Assad. Anche la Francia ha confermato la sua partecipazione all’intervento militare di questa notte e il presidente Emmanuel Macron ha diffuso un comunicato sull’intervento dal sito dell’Eliseo.
Anatoly Antonov, ambasciatore russo a Washington, ha diffuso un comunicato che dice: «Avevamo avvisato che azioni di questo tipo non sarebbero rimaste senza conseguenze. Tutta la responsabilità ricade su Washington, Londra e Parigi». Nella notte è arrivata anche la reazione dell’Iran, altro importante alleato di Assad. Il ministro degli Esteri iraniano ha detto: «Senza dubbio, l’America e i suoi alleati, che hanno intrapreso un’azione militare senza prove e prima che arrivasse un verdetto definitivo dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, sono responsabili delle conseguenze regionali di questo avventurismo». L’Iran si riferisce alla tesi russa seconda la quale il 7 aprile a Douma non sarebbe stato compiuto alcun attacco chimico, che sarebbe stato invece una messinscena organizzata dalle intelligence di paesi stranieri che cercavano un pretesto per attaccare Assad. Questa tesi, comunque, fa acqua da tutte le parti, come avevamo spiegato qui.
L’attacco è stato condannato anche dal regime di Assad. L’account Twitter della presidenza siriana ha pubblicato un video che dice di mostrare Assad mentre cammina all’interno del palazzo presidenziale a Damasco, questa mattina.
Fonte: Il Post
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