(AP Photo/ Rahmat Gul)
Stamattina c’è stato un attentato suicida in un centro per l’iscrizione nei registri elettorali a Kabul, la capitale dell’Afghanistan. Il ministero della Salute ha detto che sono morte almeno 48 persone. Altre 50 persone sono rimaste ferite, scrive Associated Press. Lo Stato Islamico (o ISIS) ha rivendicato l’attentato. Le prossime elezioni legislative in Afghanistan si terranno il 20 ottobre.
Quello di oggi è solo l’ultimo di una serie di attentati che ha colpito Kabul negli ultimi mesi. Il 21 gennaio un gruppo di miliziani ha attaccato per più di 12 ore il più grande hotel di Kabul, l’Intercontinental, uccidendo 22 persone; sabato 27 l’esplosione di un’ambulanza in un’area molto affollata della città ha ucciso 103 persone. Entrambi gli attentati sono stati rivendicati dai talebani, ma anche l’ISIS ne ha compiuti due di entità minore a gennaio.
L’impressione è che in Afghanistan nessuno stia davvero vincendo o perdendo e riuscire a fare un accordo di pace sembra sempre più improbabile. Come ha scritto Mark Fisher sul New York Times tre mesi fa, il problema di fare la pace tra le parti è che «mezza generazione di combattimenti ha eroso la fiducia e polarizzato le posizioni dei combattenti». Inoltre sembra mancare un mediatore, qualcuno che venga riconosciuto come interlocutore da entrambe le parti e che abbia su entrambe una certa influenza e credibilità.
Fonte: Il Post
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