sabato 2 giugno 2012

Considerazioni sulla festa del 2 giugno

Qualche giorno fa scrissi l'articolo Ma che paese siamo? in cui parlai della parata militare sobria del 2 giugno. Le polemiche non sono mancate perchè, sobriamente o no, oggi si festeggia. E' vero che si tratta di una celebrazione ridotta in memoria delle vittime del terremoto come hanno specificato Napolitano e soci, ma per la maggior parte degli italiani forse oggi non si doveva festeggiare, per una questione di immagine, rispetto e anche perchè ci fu un precedente molto simile, quello del 1976 (il terremoto nel Friuli).
Va precisato comunque che la festa del 2 giugno non è la festa della parata militare, ma quella della Repubblica. Come sappiamo tutti, il 2 e il 3 giugno del 1946 si tenne il referendum istituzionale indetto a suffragio universale con il quale gli italiani venivano chiamati alle urne per esprimersi su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese, in seguito alla caduta del fascismo. Ma, al di là del significato storico di questa giornata, senza dubbio la manifestazione più simbolica resta la parata militare. L'Italia, oltre al recentissimo terremoto che ha devastato l'Emilia, è alle prese da tempo con altri problemi. La parata è uno schiaffo, ad esempio, ai precari. Per organizzarla servono più o meno 3 milioni di euro. Tanti, troppi. Con gli stessi soldi spesi per organizzarla si potrebbe assicurare ai precari l'indennità di disoccupazione. Inoltre la festa della Repubblica andrebbe dedicata al lavoro, a chi lo perde e a chi è costretto a far fronte alla grande emergenza sociale causata dalla crisi, e non allo sfoggio dei carri armati e delle varie forze di difesa (che, almeno in questa occasione, sarà più contenuto). Sapete però qual'è il paradosso? Che la Costituzione italiana ripudia la guerra ma ne mette in mostra i protagonisti festeggiando se stessa...

Nonostante tutto, evviva l'Italia!

Chiudo con una frase di Luigi Sturzo, in un discorso al Senato della Repubblica del 27 giugno 1957: 'La Costituzione è il fondamento della Repubblica. Se cade dal cuore del popolo, se non è rispettata dalle autorità politiche, se non è difesa dal governo e dal Parlamento, se è manomessa dai partiti verrà a mancare il terreno sodo sul quale sono fabbricate le nostre istituzioni e ancorate le nostre libertà'.

7 commenti:

Linea Gotica ha detto...

I contesti socio politici problematici (come quello in cui viviamo) tendono ad amplificare/alimentare voci populistiche. Lo vediamo tutti i giorni anche sul Web, con le milioni di foto che riportano "se ti indigni di questo perché non ti indigni di quest'altro" con trollaggio vario.
Non ho mai creduto a soluzioni semplicistiche per problemi complessi.
Si potevano anche evitare i festeggiamenti, consci però di creare nel contempo un precedente che sarebbe valso da qui all'eternità, potendo portare alla cancellazione di tutte le altre festività, dal 25 aprile al 1 maggio (con la logica, perché spendere soldi in tempi di crisi?), per qualsiasi motivazione creata sul momento alla bisogna, come si suol dire.
In tempi di crisi, e non solo in tempo di crisi, è logico razionalizzare le spese senza cercare appunto vie semplicistiche a problemi complessi.
Se inseguiamo il populismo, significa che perseguiamo soluzioni semplicistiche, quindi (populisticamente) risolviamo gli sprechi della sanità eliminando la sanità, eliminiamo gli sprechi del pubblico impiego abolendo la pubblica amministrazione, eliminiamo la criminalità eliminando fisicamente i criminali. A tutti i problemi esiste una possibile soluzione populistica alla quale, il berlusconismo insegna, gli italiani tendono ad abbeverarsi con facilità.

Luca and Sabrina ha detto...

Non si tratta di inseguire il populismo, si tratta solo di essere realisti, consci cioè dei problemi che stanno spolpando il nostro Paese e stabilire dunque delle priorità. Terremoto in Emilia, aumentiamo allora il prezzo del carburante, aumentiamo a destra e a manca, ma non pensiamo nemmeno un attimo a tagliare spese superflue, buffet e parata compresa che in questo momento suonano come un'ostentazione vuota e priva di senso. Lavoro nell'ambito sanitario e ci stanno tagliando tutto, compresi i farmaci che i pazienti si devono portare da casa. Si vogliono chiudere ospedali in paesi come Comacchio, per citarne uno, perchè mancano soldi. Soldi che invece piovono a frotte quando si tratta di dare i rimborsi ai partiti e si parla di cifre da capogiro che dovrebbero essere rivedute e corrette, visti i tempi e i sacrifici a cui siamo sottoposti noi del popolo non eletto, idem per le spese militari, cifre esorbitanti per un Paese che come dici bene ripudia la guerra, ma solo a parole. Ecco, sono pienamente d'accordo con quanto hai scritto, troppe le piaghe sociali che stiamo vivendo per dissipare denaro pubblico in questo modo, denaro che sarebbe potuto essere usato per fini certamente più nobili. E' una questione anche di rispetto, ma a quanto pare ieri sera 2000 persone hanno stappato sobriamente un bel po' di bottiglie e a noi rimangono i cocci, oltre al conto da pagare.
Bacioni da Sabrina&Luca

Anonimo ha detto...

Bello il tuo articolo e condivido pienamente. Il 2 giugno è chiaro che è una festività civile importante, il suo significato storico sta nel fatto che il popolo italiano scelse di cambiare pagina, fi passare da una monarchia complice con il fascismo ad un ordinamento repubblicani democratico; quindi espressione di volontà popolare e di valori civili.
Non c'entra molto quindi la parata militare. Sfoggiamo i muscoli con i carrarmati il 2 giugno, quando uno dei tantissimi problemi del nostro paese per esempio il dissesto idrogeologico o la sismicità del nostro suolo causano ogni anno lutti e danni ingenti. Non sarebbe invece il 2 giugno un'occasione per riflettere sullo stato di questa Repubblica Italiana? Allego due link sul tema:

http://demoandcrazia.blogspot.it/2012/06/2-giugno-festa-della-repubblica-si-puo.html

http://www.eilmensile.it/2012/05/29/annullata-la-parata-del-2-giugno/

pia ha detto...

Rispondo citando il caso dei due ragazzi che oggi si dovevano sposare nelle zone terremotate: ebbene, si sono sposati lo stesso e il pranzo lo fanno nella tendopoli.
E così è per il 2 giugno: è giusto che sia rispettata la ricorrenza in tono ridotto. I problemi restano, non si risolvono con un colpo di spugna, lo si sa. La fine della monarchia e del fascismo e IL VOTO ALLE DONNE PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA necessitano di rilievo. Che poi sia la parata a dare il senso del 2 giugno è cosa più che discutibile, ma mi par di capire che lo Stato abbia sempre dato questa impostazione: se saremo in grado di cambiare tante cose, questa modalità
potrebbe essere una!

Raimondo - Niente Barriere ha detto...

Dico solo che abbiamo le peggiori istituzioni da 150 anni a questa parte ... e giorno dopo giorno sempre più persone lo capiscono ... Se non ci liberiamo di questa vergogna non ne usciremo mai e la crisi toccherà traguardi (si fa per dire) inimagginabili ... :(

deasense ha detto...

Il tuo articolo non solo è pienamente condiviso da me... ma è anche la voce di tutti noi...
Condivido con piacere.

Anto ha detto...

Pienamente d'accordo! evidentemente a napolitano piace vedere sfilare i soldatini....