sabato 13 febbraio 2010

venerdì 12 febbraio 2010

«Chilometri di rifiuti per le strade, altro che fine della crisi»


Parla Raffaele Del Giudice, direttore di Legambiente Campania. «C’è una vergognosa mancanza di trasparenza. E la cosa più grave è che l’emergenza campana è stata un laboratorio per privatizzare la Protezione civile».

In Campania è finita l’emergenza rifiuti. Lo ha deciso il governo. Si torna all’ordinarietà, con i poteri alle Province. Ma Bruxelles non è dello stesso avviso. Dal giugno 2007 l’Ue ha bloccato tutti fondi europei destinati alla Campania per il settore rifiuti: circa 500 milioni di euro. In seguito all’apertura di una procedura di infrazione sull’emergenza rifiuti. Abbiamo chiesto a Raffaele Del Giudice, direttore di Legambiente Campania cosa ne pensa.

L’emergenza è davvero finita?
Direi di no. Non c’è più il picco della crisi. Ma la programmazione da qui a dieci anni non è stata fatta, non sappiamo gli impianti da chi verranno gestiti, manca un Piano organico sui rifiuti come del resto le strutture per il compostaggio. In più in alcune zone non è cambiato nulla: chilometri di rifiuti per strada. Con le ecomafie che continuano a bruciare rifiuti tossici.

Ma allora perché si torna ai poteri ordinari?
La Protezione civile dell’era Bertolaso ha un modus operandi: il problema non lo risolvo ma semplicemente non lo faccio più vedere. Con poteri speciali in deroga a qualsiasi norma: emergenze usate per l’azione politica. Un decisionismo cui si è aggiunta la campagna elettorale. Un fatto gravissimo. Ma alla fine i nodi verranno al pettine.

Prima del passaggio dei poteri sembra quasi che la Protezione civile stia accelerando l’apertura di alcuni impianti?
Sono segnali devastanti. Una corsa verso il decisionismo. Che non è la soluzione dei problemi. Per quanto riguarda la discarica di Terzigno, così come quella di Chiaiano, sono situate in area Parco. Scelte sbagliate. Come Legambiente abbiamo presentato un ricorso alla magistratura che ci ha dato ragione. Quest’enorme nuova discarica che vogliono realizzare è la conferma di quanto abbiamo sempre sostenuto: non risolvo nulla ma butto tutto in un fosso. In Campania si è fatto solo questo. Individuare discariche e spostare i problemi. Avremmo preferito la stessa corsa sulla riduzione dei rifiuti prevista per legge.

E le indagini della magistratura sul commissariato?
Le perizie tecniche devo provare quanto accaduto. Ma le verifiche sul campo sono difficili, i tempi si allungano. Ad esempio controllare cosa sta accadendo nel termovalorizzatore di Acerra o nell’impianto Cdr di Giugliano. La discarica di Taverna del Re dieci giorni fa è andata a fuoco. L’ennesima piattaforma che si incendia. Aree che ora sono siti militari.

Come valuta le privatizzazione della Protezione civile?
L’emergenza campana è stata un laboratorio. Prove tecniche per ridurre gli spazi democratici. Privatizzare settori strategici come la Protezione civile è un enorme danno. Alcuni ambiti, nervo dello Stato democratico, devono restare pubblici. E nel momento in cui non sono efficienti basta mandare a casa i responsabili. Altrimenti i privati prenderanno le decisioni e gli enti locali dovranno applicarle. Questa non è democrazia. Ma un capovolgimento della Repubblica.

Fonte: Terranews

Niente sospensione delle tasse per gli aquilani

Ieri sera, a Palazzo Madama, è stato approvato - per l'ennesima volta con la fiducia - un decreto, il cosiddetto "Milleproroghe". E' un decreto che si fa una o due volte l'anno e che proroga le scadenze di talune norme. Ma in questo provvedimento ci sono molte norme contrarie agli interessi degli aquilani. Innanzitutto, la proroga della sospensione delle tasse per gli aquilani, promessa dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, data la situazione della zona dopo il terremoto del 6 aprile scorso, ci sarà solo se verranno stanziati i soldi a copertura della norma. Lo stesso dicasi per la rateizzazione della somma in 120 mesi, altra promessa del premier. Ma finora il governo non ha stanziato neanche un euro. Di conseguenza, se il governo non trova le risorse necessarie, a luglio gli aquilani si troveranno a dover pagare, in un colpo solo, tutte le tasse dell'anno scorso più quelle di quest'anno. Considerando che l'economia della zona è ancora pressochè paralizzata, sarebbe una mazzata - economicamente parlando - difficilmente sopportabile.

Altri due provvedimenti negativi contenuti nel decreto. Innanzitutto sono state depauperate le "zone franche". Si tratta di zone in cui gli imprenditori pagano meno tasse, in modo che questo possa agevolare la ripresa economica. Per il 2010 erano stati stanziati 45 milioni per la sola zona franca abruzzese. Adesso, con l'approvazione del decreto sono stati stanziati 50 milioni, che però si devono dividere tutte le zone franche che ci sono in Italia. E' ovvio che l'Abruzzo non ne potrà avere il 95%, che è la quota che servirebbe per pareggiare i fondi precedenti.

Infine, l'apposizione della fiducia ha fatto decadere un emendamento dell'Italia dei Valori che prevedeva la ricollocazione lavorativa di 1600 abruzzesi del gruppo Villa Pini. Senza questo emendamento, ci saranno 1600 disoccupati in più, in una zona che certamente non ne ha bisogno.

Fonte: Julienews

La Chiesa denuncia i preti pedofili o li protegge?

In estrema sintesi la vicenda è questa: un prete viene condannato a sei anni di carcere per molestie sessuali su minori, ma la Curia, oltre a guardarsi bene dal risarcire le famiglie delle vittime, si rifiuta di dire agli inquirenti dove si trovi.

Si riferiva a casi come questo, Santo Padre, quando ha detto che la Chiesa denuncia la pedofilia?

giovedì 11 febbraio 2010

Adesso basta!

Le frasi tra virgolette sono state pronunciate ieri da Silvio Berlusconi. Il resto è quello che pensavo mentre le leggevo.

“I processi infondati sono un male italiano, uno sport nazionale colpire chi fa bene”. Se credi di essere accusato di qualcosa che non hai fatto, devi dimostrarti innocente in tribunale non lavorare solamente ed esclusivamente per risolvere i tuoi problemi con la giustizia ammazzando la giustizia. Non hai ancora capito la differenza tra bene e male, cosa che solitamente avviene nei primi anni di età. Questa può forse essere la causa per la quale preferisci avere collaboratori indagati che incensurati. Delinquere e vivere impuniti è il male italiano, lo sport nazionale di cui tu sei il campione olimpico.

“Rispondere all’uso politico della giustizia con un uso democratico del voto popolare è legittimo e assolutamente doveroso”. E’ legittimo secondo quale legge? Quello che tu dici non è legge, anche se tu possa credere il contrario vista l’idea che hai di democrazia. Capisco che quando tu andavi a scuola non si parlava ancora di educazione civica ma avresti potuto seguire un corso accelerato prima di farti eleggere presidente del consiglio. Se credi di essere vittima di un complotto da parte della magistratura, sappi che anch’io mi sento vittima di un complotto mafioso per causa tua.

“Io posso giurare che nessuno dei fatti di cui mi si accusa sono veri”. Il tuo giuramento non vale come prova a favore della tua innocenza, forse sarebbe valso qualche secolo fa ma la storia e la civiltà si sono evolute negli ultimi secoli. Ai giorni d’oggi esiste solo una persona che è dichiarata infallibile: il papa. Se tanto ti piace questo titolo e questa possibilità di sparare cazzate senza che nessuno ti contraddica, forse è meglio che ti candidi come presidente del consiglio nello Stato del Vaticano. In Italia tu sei uguale a tutti noi, anzi tu sei proprio il più stereotipo degli italiani, e come tale puoi dimostrare in tribunale che i fatti di cui tu sei accusato sono falsi: è legittimo che tu ci vada in tribunale, non il tuo impedimento.

“Siamo ormai alla giustizia spiritica con qualcuno che riferisce parole di qualcuno che è morto da diversi anni”. Si chiamano pentiti e collaboratori di giustizia che parlano contro la mafia quella che vuoi combattere quando riguarda gli altri ma guai se tocca te e il tuo amico Dell’Utri. Si chiama doppia personalità ed è chiaro che tu ne soffra visto che pensi di essere ciò che non sei e pensi di fare ciò che non fai.

“E poi le risse televisive non fanno bene e abbassano l’apprezzamento verso i politici”. I programmi di cui parli non sono risse televisive ma semplicemente discussioni su un tema in cui i partecipanti hanno, fortunatamente, idee diverse. Questo ti può turbare vista la tua idea di democrazia ma in tutti i paesi democratici esiste il dialogo, non il monologo cui tu tieni molto come ogni dittatore che si rispetti. Per un mese chiuderai tutti i programmi politici della Rai così potrai assicurarti che il cervello della maggior parte degli italiani faccia sogni tranquilli durante le elezioni regionali. Hai paura che la gente possa ragionare e capire cosa succede in Italia ma ti capisco: chiunque avrebbe paura se si trovasse nella tua posizione.

“Non ho nulla di cui dovermi pentire. Mi sono sempre comportato con rispetto per me e per gli altri. Non ho né rimpianti né rimorsi”. La mia unica consolazione è che la storia ti ricorderà per quello che sei veramente stato e per quello che hai veramente fatto, ma questa è anche la tua dannazione eterna.

Appalti, soldi e sesso: terremoto sulla Protezione civile


Quello che è balzato agli onori della cronaca ieri è uno dei più gravi casi di commistione perversa tra politica e affari, un’inquietante vicenda di malaffare, un sistema definito “gelatinoso”, non dalla magistratura, ma dagli stessi protagonisti. Nonostante, come emerge dall’ordinanza del gip, i favori ricevuti dai corrotti non siano stati ripagati in denaro ma più semplicemente in mobili, cellulari, soggiorni in hotel, ristrutturazioni di immobili privati ed altri benefit, si tratta di un fatto criminoso di prim’ordine. Per dare la dimensione del livello di corruzione, gli investigatori si “limitano” a dire che è pari al livello dei personaggi eccellenti coinvolti. Sono quattro gli arrestati.

DANNO GRAVE ALLO STATO – Finiscono in manette l’imprenditore romano Diego Anemone, dell’omonimo gruppo di costruzioni, e tre uomini legati alla sfera politica: Angelo Balducci, presidente del consiglio dei lavori pubblici, e gli ingegneri Fabio De Santis e Mauro della Giovampaola. Pesanti le accuse a loro carico. Secondo gli inquirenti della Procura di Firenze le indagini, nell’ordinanza definite “lunghe, articolate, complesse e ben calibrate”, avrebbero permesso “di accertare in modo chiaro ed inconfutabile il totale e incondizionato asservimento della pubblica funzione” agli interessi dell’imprenditore Anemone, uomo che sarebbe “al centro di una complessa e intrecciata galassia di società ben articolata”. Si tratterebbe, insomma, di una pratica e di uno scambio di favori non occasionali e di entità non secondaria: “I fatti emersi – scrive il gip Rosario Lupo nell’ordinanza di custodia cautelare – sono gravissimi proprio per la sistematicità delle condotte illecite e dei rapporti illeciti e di cointeressenza tra gli indagati e per le rilevantissime ripercussioni finanziarie ed economiche ai danni del bilancio dello Stato”. Tutto ciò sarebbe stato possibile – scrive il gip – grazie ad “una normativa ampiamente derogatoria delle ordinarie regole in materia di aggiudicazione degli appalti pubblici che presuppone in chi la deve gestire ed applicare ancora di più un rispetto delle regole di trasparenza, fedeltà, imparzialità e di efficienza imposte da legge e Costituzione ai pubblici ufficiali”.

LE OPERE SOTTO ACCUSA – Con simili premesse i lavori al centro della vicenda non possono che essere alcune delle più importanti opere in cantiere nel Paese. Non è un caso che alle società riconducibili ad Anemone erano state assegnate tre gare d’appalto relative al G8 che si sarebbe dovuto svolgere alla Maddalena nel 2009, opere riguardanti precisamente la realizzazione del quarto, quinto e sesto lotto di interventi infrastrutturali e complementari, ovvero il palazzo della conferenza e dell’area delegati, la residenza dell’Arsenale e l’area stampa e servizi di supporto. Nelle mani dell’imprenditore romano sono poi finiti anche due appalti per opere da realizzare nell’ambito delle celebrazioni per il 150esimo Anniversario dell’Unità d’Italia del 2011: il completamento dell’aereoporto internazionale dell’Umbria Sant’Egidio di Perugia e il nuovo Parco della musica a Firenze dove deve sorgere il nuovo Teatro del maggio Musicale. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori, inoltre, sarebbero finite, tra le altre, pure le gare d’appalto per i mondiali di nuoto di Roma 2009, per la ristrutturazione dello stadio centrale del Foro italico, per la realizzazione del nuovo Museo dello sport di Tor Vergata, quella per la scuola per marescialli dei carabinieri di Firenze. Una valanga di denaro che sarebbe stato puntualmente e doverosamente contraccambiato ai tre tecnici. Il prezzo della corruzione sono ristrutturazioni di immobili, auto di lusso a sbafo, assunzioni di domestici e figli, favori sessuali con pagamento di escort a domicilio.

TUTTI PEZZI DA 90Anemone per ottenere appalti di quell’entità era riuscito ad affidarsi alle persone giuste. Personaggi di primo piano, non certamente dilettanti. Balducci, già capo del dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, faceva parte della struttura di missione (il soggetto attuatore) nominata dal commissario Guido Bertolaso, che doveva realizzare le opere del G8. Successivamente fu poi sostituito da De Santis, pare perché i costi lievitarono da 290 a 600 mln. Della Giovampaola, che lavorava nella stessa struttura, fino a ieri era il coordinatore dell’unità tecnica di missione per la realizzazione delle infrastrutture per i 150 anni dell’Unità d’Italia, nel 2011, oltre ad essere soggetto attuatore per il progetto Nuovi Uffizi. Anche Balducci ha lavorato per Italia 150, come coordinatore della struttura di missione. Come copertura l’organizzazione aveva curato anche i particolari: aveva perfino provveduto ad arruolare qualcuno che in magistratura facesse da scudo agli affari illeciti. I magistrati di Firenze avrebbero nelle mani prove di incontri tra il procuratore aggiunto Achille Toro, Balducci e Anemone, tra le quali vi sarebbero addirittura alcune intercettazioni telefoniche in cui il magistrato avverte delle indagini i due arrestati e li offre qualche consiglio prezioso per scongiurare il rischio di essere ascoltati dagli inquirenti. Toro, premuroso, avrebbe consigliato in luogo del telefonino l’uso di Skype, un metodo molto più sicuro delle normali carte telefoniche.

PIANGE IL TELEFONO - Per i favori con gli appalti il pagamento erano le prestazioni sessuali: il 21 novembre 2008 Bertolaso al telefono dice "Sono Guido, buongiorno… Sono atterrato in quest’istante dagli Stati Uniti, se oggi pomeriggio, se Francesca potesse… io verrei volentieri… una ripassata“. “Perfetto“. “Perché so che è sempre molto occupata… siccome oggi pomeriggio sono abbastanza libero, ti richiamo fra un quarto d’ora”. Un altro appuntamento va in scena al circolo canottieri, e il gip dice che “è comprovata da intercettazioni con dialoghi del tutto espliciti e fortemente eloquenti e ha avuto luogo con una ragazza brasiliana presso il centro Salaria Sport Village“. Il 17 febbraio 2009, dalle 15 alle 16, Bertolaso è ancora a “fare terapia con Francesca“, “per riprendermi un pochettino“, “per uno dei soliti massaggi“.

STRANE AFFERMAZIONI - Che, dire, c’era anche la talpa. Non mancava proprio nulla. Eppure l’informatore speciale non è bastato per bloccare o quantomeno ostruire il corso della giustizia. La procura di Firenze aveva incominciato ad indagare su quelle vicende in seguito a delle strane affermazioni ascoltate durante telefonate aventi ad oggetto alcuni degli affari gestiti dagli uomini finiti oggi in manette. Una su tutte: quella dell’architetto fiorentino Marco Casamonti, già coinvolto in altre indagini per reati contro la pubblica amministrazione. In un’intercettazione dell’aprile 2008, riportata nell’ordinanza di oggi, parlando delle procedure di aggiudicazione degli appalti al centro dell’inchiesta, diceva: “L’ingerenza della politica assume toni vergognosi”. Come dargli torto?

L'occasione fa l'uomo ladro...e il ladro sciacallo

Se la religione ha da sempre operato un'ingerenza volontaria nella vita quotidiana delle famiglie, ma anche nella politica e nei poteri legislativi ed esecutivi del nostro Paese, Berlusconi non poteva essere da meno. Da un lato c'è la volontà di accaparrarsi l'ostico e duro elettorato cattolico integralista che non vede di buon occhio lo Psiconano dopo l'affare Boffo, le scappatelle e le escort e che non sa nemmeno per sentito dire cosa sia la bioetica. Dall'altro c'è quel modus operandi tipico del personaggio in questione, abituato da sempre a scavalcare gerarchie e istituzioni per l'inculcato autoconvincimento di essere stato eletto e messo lì da Dio in persona...del quale presto prenderà il posto.

Non ho intenzione di addentrarmi nella questione iraniana con considerazioni sulle dichiarazioni che Berlusconi ha avuto modo di fare durante la sua visita a Gerusalemme. Farlo mi costringerebbe ad un excursus di storia e/o pensieri personali che occuperebbero tempo incommensurabile nell'elaborazione (da parte mia) e nella lettura (da parte vostra).

Il gesto che prenderò in esame in questo post è solamente l'ultimo di una serie di fatti e atti che hanno per protagonista il beneamato e impomatato presidente (lettera minuscola doverosa!!) del Consiglio e che sarebbe stato meglio se non avessero mai visto la luce. Provate a immaginare quante polemiche e quante figuracce potrebbe evitare Berlusconi (e con lui l'Italia tutta) se imparasse a contare fino a dieci prima di parlare o agire. Anzi, facciamo fino a trecento così quello che deve dire o fare se lo dimentica e siamo a posto. Ce l'avrà pure lui, a 73 anni, una puntina di alzheimer no?

Il 'caso' è la lettera che B. ha inviato alle suore che si presero cura di Eluana, della quale ricorderete la morte avvenuta un anno fa dopo 17 anni di agonia in stato semi-vegetativo e tutta la questione derivata da questa vicenda che ha visto religione, politica e società intrecciarsi in contraddizioni e considerazioni, nella quasi totalità, prive di senso ma gonfie di opportunismo. Il Vostro capo del Governo ha pensato bene di inviare alle 'sorelle' una missiva privata, talmente privata che l'hanno ricevuta prima Ansa e Adnkronos che le suore stesse. Che magari avevano anche avuto modo di leggerla su internet prima che il postino gliela recapitasse direttamente al convento.

Qui l'immagine del lupo berlusconiano si trasforma in sciacallo ed è bella e confezionata l'operazione di indottrinamento mediatico che fa di questo Berlusconi un uomo talmente sensibile alla vita e alla religiosità che quasi ci dispiace non vederlo a messa con noi la domenica, impegnato com'è nei suoi affari "di Governo". Berlusconi, nella missiva, è pervaso da un dolore talmente elevato e personale, così riflessivo e individuale che saremmo NOI gli sciacalli se considerassimo questo atto come un attacco di religiosità aerofagica pre-elettorale. Berlusconi è addolorato "per non essere riuscito a salvare la vita della povera Eluana", quasi come se spettasse a lui, dotato di autoinvestitura divina, prendere il posto di un eventuale Dio e decidere del destino del mondo universale e degli individui particolari che lo popolano da millenni. Chissà quali saranno le reazioni pubbliche di questa ingerenza sensibile e quali, invece, quelle private. Bondi loderà e leccherà ancor di più il beneamato e incerato deretano. Qualcuno, in Vaticano, converrà e apprezzerà. Magari senza leccare come Bondi.

Beppino Englaro, padre di Eluana, ha commentato la cosa con un lapidario "se l'avesse vista non parlerebbe così". E ha ragione. Berlusconi parla di Eluana, mostra e scrive il suo dolore per non essere riuscito a fare di quella povera ragazza il Lazzaro del nuovo millennio ma, in realtà, non l'ha mai vista e non è mai andato in visita al suo capezzale per mostrare, quantomeno vicinanza "giustificabile". Beppino Englaro, però, dimentica che la parola "Berlusconi" è solo il nome con cui chiamiamo il nuovo messia che, dopo soli 1937 anni ha allietato la Terra con la sua presenza. Egli, in quanto Figlio di Dio che contiene e conserva in sè l'essenza di Dio stesso, non aveva bisogno di recarsi personalmente da Eluana.

Nè ha bisogno di farlo in altre occasioni. Lui c'è. Se non lo vedi è perchè non hai fede. La sua ubiquitarietà, però, teme i tribunali come si temevano le case dei lebbrosi.

mercoledì 10 febbraio 2010

Le mani dell’ecomafia sull’affare bonifiche

“Se la movimentazione dei rifiuti prodotti dalle bonifiche dei siti industriali contaminati va ad aumentare il lucroso business delle ecomafie, è evidente la necessità di rivedere i meccanismi di gestione delle operazioni di recupero dei territori. Che senso ha intraprendere la bonifica di un sito se quei materiali vanno poi a finire nel nulla, aumentando la famosa montagna di rifiuti speciali che sfugge sistematicamente ai controlli per andare regolarmente ad intossicare un altro luogo?”

Così Sebastiano Venneri, il vicepresidente di Legambiente, commenta la notizia della vasta operazione condotta in molte regioni contro i trafficanti di rifiuti che ha portato oggi a numerosi arresti.

La normativa attuale sulla bonifica dei siti inquinati privilegia il trattamento sul posto per evitare la movimentazione dei rifiuti e lo smaltimento in siti distanti. In Italia invece, molte delle bonifiche (sia dei 57 siti nazionali che delle centinaia dei siti locali), continuano a prevedere spostamenti sostanziosi e difficilmente controllabili con il rischio concreto di contribuire a quell’enorme business illegale che soffoca e intossica il nostro paese.

Nonostante la crisi il business dei rifiuti continua infatti ad accrescere il suo fatturato: se nel 2007 il bottino della “Rifiuti spa” ammontava a 4 miliardi e mezzo di euro, nel 2008 la cifra ha superato i 7 miliardi. Sempre nel corso del 2008 sono state 3.911 le infrazioni (nel ciclo dei rifiuti) in Italia accertate dalle Forze dell’Ordine. 137 sono state le persone arrestate mentre ben 4.591 sono state quelle denunciate per un totale di 2.406 sequestri.

Ci congratuliamo con il Noe per l’esito della complicata operazione – ha concluso Venneri – e ribadiamo che per contrastare efficacemente il traffico dei rifiuti c’è bisogno di molti e diversi strumenti: dell’uso delle intercettazioni telefoniche e dell’introduzione dei delitti ambientali nel Codice penale, ma anche di una modalità alternativa di risanamento dei siti inquinati. Così come avviene, per esempio, negli Stati Uniti con il Superfund (fondo nazionale per le bonifiche dei siti orfani) istituito già nel 1980”.

Fonte: Terranauta